Realizzata dagli studenti delle classi terze della scuola secondaria invita alla riflessione sugli orrori dei campi di concentramento nazisti, mantenendo viva la memoria delle vittime e promuovendo un messaggio di speranza. Al centro dell’installazione, una serie di figure umane stilizzate sono disposte in modo da rappresentare la sofferenza e la quotidianità nei campi di prigionia. Le posture e le interazioni tra queste sagome evocano momenti di dolore, resilienza e solidarietà tra i prigionieri. Intorno alle figure, sono presenti riproduzioni di edifici in cartapesta, ciascuno dotato di un comignolo che richiama i forni crematori utilizzati nei campi. All’interno di questi edifici, piccole luci tremolanti simboleggiano le vite spezzate, creando un’atmosfera solenne e contemplativa. Sparsi sulla base dell’installazione, blocchi di argilla secca fungono da “pietre d’inciampo”, ciascuno recante il nome e l’età di una vittima dell’Olocausto. Questi elementi invitano i visitatori a riflettere individualmente su ogni vita persa, sottolineando l’importanza della memoria collettiva. Il piedistallo blu illuminato da luci , è’ un invito a guardare la speranza anche nelle tenebre degli orrori così come ricordava Liliana Segre “Invitami notte a immaginare le stelle”.
Nel complesso, l’installazione offre un percorso emotivo e riflessivo, combinando elementi visivi e simbolici per onorare le vittime dell’Olocausto e promuovere un messaggio di speranza e resilienza.
A cura del Dipartimento artistico espressivo.
Luoghi
Piazza Corsica 1 - Massafra (TA)
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